e le stelle un lenzuolo
diretto e interpretato da Flavio Albanese
di Francesco Niccolini
collaborazione artistica e luci Marinella Anaclerio
scena da un’idea di Marco Rossi e Paolo Di Benedetto
Questo è il grande racconto del Tempo. È diviso in quattro Capitoli. Il primo racconta il tempo in cui il Tempo non esisteva ancora: l’origine del tutto attraverso il mito, in particolare la teogonia di Esiodo. Il secondo capitolo descrive il tempo in cui la realtà era ciò che il buon senso e l’occhio umano potevano cogliere e comprendere: al mattino il Sole nasce a est, la sera tramonta a ovest, dunque il Sole gira intorno alla Terra. Il tempo di Aristotele e Tolomeo. Il terzo capitolo è la rivoluzione copernicana, in cui l’uomo scopre che la realtà non è quella che sembra. Ovvero: il Sole è il centro del mondo e la Terra immobile non è. L’ultimo capitolo è il più ambizioso e difficile: riguarda il Novecento, da Einstein ai Quanti, l’epoca in cui l’uomo ha cominciato a comprendere che non solo le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto – come in teatro – è solo illusione: il tempo prima si è fatto una variabile relativa e poi è scomparso dalle leggi della fisica, lo spazio vuoto non esiste, le particelle di materia sono imprevedibili e non sono mai dove dovrebbero essere. Noi compresi, ovviamente. Tutto questo raccontato con occhi pieni di meraviglia (e anche un po’ di spavento) da un protagonista diretto di tutta la storia: il Tempo in persona, Crono, prima imperatore dell’Universo e poi, dopo essere stato sconfitto dal figlio Zeus, sempre più in disparte. Fino a sparire. Francesco Niccolini
Raccontare ad un giovane pubblico la storia del Tempo, dal Mito alla Meccanica Quantistica è divertente e utile. E’ un modo per divertirsi studiando, per imparare ridendo, e farsi le stesse domande che i più grandi Filosofi e Scienziati si sono posti nei secoli. Domande semplici ma importantissime. Il Tempo forse non esiste, come forse non esistono gli Dei, ma è altrettanto vero che esistono tutte le cose in cui crediamo. “Le cose esistono se tu le fai esistere” quelle Belle e quelle Brutte. Dedicato a chi crede e non smette mai di crederci. Flavio Albanese
età consigliata: 8 – 12 anni
Tecnica: teatro d’attore e video
Durata: 60 minuti + 20 min. di incontro con la compagnia
testo e regia Renata Coluccini
con Gabriele Bajo, Benedetta Branvilla, Marta Mungo
scene Marco Muzzolon
animazioni video Carlo Maria Fusani
disegno luci Marco Zennaro
costumi Mirella Salvischiani
direttore di produzione Franco Spadavecchia
testo, interpretazione, costume e oggetti di scena di Emanuela Dall’Aglio
regia Mirto Baliani, Emanuela Dall’Aglio
Lo spettacolo racconta in modo parallelo e sincrono le storie di tre adolescenti che frequentano il liceo. Tre personalità diverse, tre modi di vivere la stessa esperienza. La rete è il loro mondo, il loro modo di camminare nella realtà; nella rete si muovono sicuri, si sentono, a loro agio: sono “il cacciatore” non certo “cappuccetto rosso”. Nascosti davanti a uno schermo si aprono, si confidano si sentono illusoriamente intoccabili … Nella rete si incrociano tre storie, segnate da cyberbullismo, sexting, e uso sregolato della rete, di social network, internet o giochi. I ragazzi si muovono tra una realtà reale e una realtà virtuale … una realtà dove loro “mentono” si creano diversi o più veri, e incontrano altri che “mentono”. Chi sono? Chi incontrano? Giulio è un ragazzo timido, a scuola viene spesso preso in giro, ma quando arriva a casa e entra nella rete si trasforma, si inventa mille identità e da vittima diventa carnefice. Francesca è carina, ha un ragazzo, e pensa di gratificarlo mandandogli delle sue foto, foto intime … ma quando per una serie di vicissitudini le foto finiscono in rete anche lei si sente finita. E poi c’è Elena che nella rete si perde per intere notti, si protegge nell’anonimato, conosce e vede quello che accade agli altri. Si incontrano tutti i giorni, nella stessa scuola e spesso in rete, anche se non si riconoscono. Nelle stanze virtuali si può sperimentare la propria identità in tutte le sue sfumature, cambiando l’età, la professione e perfino il sesso di appartenenza, ascoltare le reazioni degli altri e maturare delle convinzioni, attraverso il confronto con altre personalità, più o meno reali. Si può recitare nel teatro on-line. I rischi sono quelli legati a ogni situazione che consenta di far emergere e di soddisfare i bisogni più profondi e inconsapevoli: si sperimentano parti di sé che potrebbero sfuggire al controllo, soprattutto quando si dispone di uno strumento di comunicazione che consente di rimanere uomini e donne senza volto, una condizione che potenzialmente può favorire la comparsa di comportamenti guidati da una minima morale. Il video creato per lo spettacolo da Carlo Maria Fusani, sottolinea il ritmo narrativo e inventa attraverso forme, segni, linee intrecciate, colori e movimento, l’emotività spesso nascosta dei protagonisti.
età consigliata: dai 12 anni
Tecnica: teatro d’attore e video
Durata: 60 minuti + 20 min. di incontro con la compagnia
adattamento da “Dr Seuss”
Il Grinch è un mostro a cui piace essere cattivo e distruggere il Natale dei bambini portando via loro i giocattoli e le decorazioni, senza rendersi conto che il vero Natale sta nel cuore e non nel denaro. Ma, grazie ad una bambina che ha capito il vero significato di questa festa, aprirà gli occhi e comincerà ad avere dei sentimenti.
età consigliata: 5 – 10 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di workshop con la compagnia
adattamento da “Dr Seuss”
Da un antro situato sulla cima di un monte, un intrattabile cavernicolo scruta il frenetico viavai degli abitanti della cittadina che si preparano a festeggiare il Natale. Non è uno scorbutico qualsiasi: si tratta del nefando, odioso, malefico, infingardo, scaltro, astuto, sporcaccione, fastidioso, irascibile, sgarbato, ignobile, intollerante, incorreggibile, puzzolente e niente affatto carino Grinch! Ed è pronto per una nuova splendida, malvagia idea.
età consigliata: 11 – 13 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di workshop con la compagnia
con Michele Beltrami e Paola Cannizzaro
regia di Angelo Facchetti
C’è un bambino che un giorno trova un pinguino davanti alla porta di casa. Un pinguino che sembra davvero molto molto triste. Probabilmente si è perso, e il bambino cerca di capire da dove arriva, cosa vuole: “perché è triste questo pinguino”? Il bambino decide di trovare il modo di riportarlo a casa, costruisce una barca e affronta con lui il lungo viaggio verso il Polo Sud, perché, come tutti sanno, i pinguini vivono al Polo Sud. Ma se non fosse quello di tornare a casa il suo primo desiderio? Una storia buffa per parlare di mondi sconosciuti che si incontrano, della difficoltà di comunicare e comprendere chi è altro da noi, di un oceano da solcare per far crescere in noi affetto ed amicizia. E così diventare grandi. Come nasce un dialogo? Sono così importanti le parole? Tra mille gesti che restano incompresi e piccole gag surreali, continui fraintendimenti, alcuni enormi, altri apparentemente insignificanti, tra mille avventure e tempeste, i due arriveranno alla fine del loro viaggio. Ma un viaggio può veramente avere una fine?
età consigliata: 4 – 10 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di incontro con la compagnia
FUORI MISURA
il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno
con Andrea Robbiano
di Valeria Cavalli
collaborazione al testo Claudio Intropido
regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
Andrea ha un sogno: insegnare. Ma nonostante il 100 e lode in lettere e filosofia per vivere è costretto a lavorare in un call center finché un giorno finalmente riceve l’incarico di una supplenza proprio nella scuola media da lui frequentata da ragazzino.
La professoressa che deve sostituire gli lascia l’arduo compito di spiegare ai ragazzi “vita e opere di Giacomo Leopardi”. Così Andrea, anzi il Professor Roversi, dovrà misurarsi con una classe che, naturalmente, sarà rappresentata dai ragazzi presenti in Teatro. Nasce una bizzarra ma coinvolgente lezione nella quale si mescoleranno poesie, riflessioni personali, interazioni con la platea e, attraverso l’opera di Giacomo Leopardi, il professor Roversi toccherà temi e problemi legati all’adolescenza ovvero l’inadeguatezza, il desidero e la paura d’amare, la sensazione di essere sbagliati, di essere “fuori misura”.
Un monologo divertente, appassionato e originale che farà riflettere il giovane pubblico sull’importanza della poesia, dell’arte ma anche sul rapporto insegnante – studente e persino sulla necessità, sull’importanza della Scuola e dello studio. Una lezione teatrale che affascinerà i giovani spettatori e che saprà stimolare ciò che troppo spesso è assopito: la curiosità.
Tornano Manfatture teatrali Milanesi dopo il grande successo di IO ME NE FREGO, KOME UN KIODO NELLA TESTA e SIN COLA.
Età consigliata: dai 13 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 min. + 30 min. di dibattito con la compagnia
scritto e diretto da Laura Pasetti
con Maria Calvo, Laura Faoro, Firmina Adorno
musiche di Roberto Andreoni
lighting designer Manuel Frenda
costume designer Simona Paci
assistente alla regia Simona Capaccioli
IN LINGUA INGLESE CON BILINGUISMO
In The Merry Wives of William tre vedove si incontrano all’anniversario della morte del loro amato. Sono tre “donne” della sua vita: la moglie, e sappiamo per certo che l’ha avuta; l’amante e, anche se non lo sappiamo, possiamo sospettare che la fedeltà non fosse una delle sue doti; un personaggio, anzi il personaggio femminile per eccellenza, diventato l’emblema della sua drammaturgia, Giulietta. Il caso le fa incontrare in un momento tragico: stanno piangendo l’amore perduto e vogliono suicidarsi. Ma la vicenda prende una strana piega quando scoprono che non è solo il dolore ad accomunarle: è anche l’uomo che hanno perso, lo stesso, William! Il dolore si trasforma in rabbia, la disperazione in complicità: in bilico tra follia e realtà, le tre donne compiono un percorso di “consolazione”, alternando riso e pianto, in un susseguirsi di quadri comico-surreali in cui si incastonano pagine tra le più famose del bardo (da Romeo e Giulietta, a Macbeth, a Otello ai Sonetti), per celebrare così, con note e parole, l’attualità del genio shakespeariano.
NOTE DI REGIA:
Giocando sul titolo di una delle più celebri commedie shakespeariane, Laura Pasetti mette in scena uno spettacolo sperimentale che unisce teatro e musica, fondendo il linguaggio seicentesco di Shakespeare con quello della musica classica contemporanea in un mix potente di commedia in salsa anglosassone e virtuosismo strumentale. Traendo spunto dal mimo, dal grammelot, dal concerto teatrale e dalle tecniche strumentali contemporanee, la regista Pasetti immerge con gusto british tre musiciste nell’arte teatrale, in un surreale divertissement all’inglese, una bomboniera di sperimentazioni in chiave fresca ed accattivante. Le tre protagoniste si muovono all’interno di situazioni surreali delineate in quadri indipendenti ma che, al tempo stesso, si intrecciano agli altri attraverso la musica che, in questo spettacolo, non è un semplice accompagnamento o una cornice ai margini. È protagonista insieme alla parola e scandisce il percorso drammaturgico dei personaggi e delle situazioni. Le note danno corpo alle parole e, a volte, si sostituiscono ad esse stimolando l’immaginario dello spettatore.
Lo spettacolo si presenta snello (dura poco più di un’ora) e pensato per un pubblico trasversale: è estremamente godibile a diversi livelli, in quanto avvalendosi di una comicità all’inglese con ritmi serrati e colpi di scena surreali, rende immediati i contenuti colti che vuole trasmettere, dalla musica contemporanea a Shakespeare in lingua originale. L’uso della lingua inglese adoperato nei dialoghi è estremamente semplice e richiede competenze di base. Lo spettacolo, comico e colto, intercetta un pubblico ampio per fasce sociali, culturali e anagrafiche, e presenta contenuti fortemente validi anche a livello didattico.
PREZZO BIGLIETTI:
€. 9,00 platea
€. 8,00 galleria
regia Laura Pasetti
William Shakespeare in persona intrattiene il giovane pubblico raccontando aneddoti curiosi della sua vita, citando e interpretando alcuni versi dalle opere più famose da lui scritte. Il teatro e le sue emozioni, vissute da un artista geniale del 1600 e raccontate con gusto e ironia nel nostro tempo, preparandosi una tazza di tè “all’inglese” sul palcoscenico. Una lezione-spettacolo dove l’autore in persona appassionerà e incuriosirà al linguaggio e alla poesia dei suoi versi il giovane pubblico. I monologhi sono tratti da: Henry V, Romeo and Juliet, Richard The Third, Measure for Measure, Hamlet, As you like it, Macbeth.
età consigliata: 11 – 13 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di workshop con la compagnia
di e con Paola Morales
Uno spettacolo bilingue per Parola e Musica, dove l’originale testo spagnolo del Don quijote si alterna alla versione italiana senza soluzione di continuità, racconta l’amore del hidalgo cavaliere Don Quijote de la Mancha. Paola Morales, unica attrice in scena, è accompagnata dalla musica, che raccoglie l’ispirazione dal Rinascimento, costruendo il mondo fantastico del Don Quijote, plasmando le atmosfere e definendo i personaggi.Don Quijote, un uomo comune, un viaggio iniziatico, la composta raffigurazione dell’umana alchimia amorosa. Don Quijote, un gentiluomo campagnolo che si fa cavaliere errante e decide di affrontare la Spagna trasfigurando ogni aspetto o cosa reale in immagine della fantasia.
Il Disincanto di Dulcinea
Durante una battuta di caccia, Don Quijote si trova ad affrontare un’altra delle sue incredibili avventure. Ma questa volta ai miraggi della sua pazzia si sovrappongono gli inganni dei suoi ospiti. L’amore per Dulcinea, infatti, lo spinge a cadere in un duplice inganno: da parte di Sancho Panza, che gli fa credere che l’amata sia vittima di un incantesimo; e da parte dei Duchi, che organizzano una grandiosa messa inscena per prendersi gioco di entrambi.
età consigliata: dai 14 anni
Tecnica: teatro d’attore e musica
Durata: 60 minuti + 20 min. di dibattito
In “O.Z. storia di un’emigrazione” abbiamo provato a leggere la fiaba come una metafora del tema dell’immigrazione. A causa di un uragano, la nave da crociera su cui viaggia la piccola e viziatissima Dorothy, naufraga. Al risveglio, la bambina, si ritrova catapultata in una realtà mai vista prima. Comincia per lei un lungo cammino attraverso paesaggi meravigliosi ma anche terre devastate dalla guerra e dalla povertà, durante il percorso Dorothy, incontra persone incredibili tra cui una ragazza che vuole conquistare il proprio diritto allo studio (lo spaventapasseri che desidera un cervello); un burbero ragazzo che desidera conquistare la libertà di amare chi vuole (il taglialegna in cerca di un cuore); ed un disertore che tutti immaginano gloriosamente morto in battaglia (il leone codardo). Tutti sono in viaggio verso O.Z. Verso la speranza, verso l’utopia di cambiare la propria vita. Ma O.Z. è una finzione. O.Z. è solo una delle tante “Lampedusa” dei nostri giorni.
età consigliata: 11 – 13 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di incontro con la compagnia
scritto e diretto da Sarah Simpson
libero adattamento da Animal Farm di George Orwell
in lingua INGLESE
Gli animali di una fattoria si ribellano e, dopo aver cacciato il proprietario, tentano di creare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ma ben presto emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con la loro astuzia, la loro cupidigia e il loro egoismo s’impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più docili e semplici d’animo. Gli elevati ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della rivoluzione vittoriosa vengono traditi e, sotto l’oppressione di Napoleon, il grosso maiale che riesce ad accentrare in sé tutte le leve del potere e ad appropriarsi degli utili della fattoria, tutti gli altri animali finiscono per conoscere gli stessi maltrattamenti e le stesse privazioni di prima.
Lo spettacolo tratta tematiche oggi molto attuali: la critica ai regimi politici totalitari e al culto della personalità, la mistificazione e la deformazione della realtà da parte del potere politico, i rischi per le libertà individuali nel mondo contemporaneo. Scritto in inglese contemporaneo, ha un linguaggio diretto, sostenuto da una gestualità esplicita, tesa a facilitare la comprensione della lingua straniera. Una storia in tono prettamente fantastico, che comunque ci spinge a riflettere sull’intricato rapporto fra potere e repressione, che spesso domina le relazioni fra gli uomini e che, al di là dei contesti storici specifici, è sempre oggetto di discussioni e di interpretazioni.
età consigliata: dai 13 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di workshop con la compagnia
scritto e diretto da Sarah Simpson
Mowgli è un bimbo scampato miracolosamente ad un assalto della tigre bengalese Shere Khan, che ha ucciso suo padre e che diventerà sua acerrima nemica. Mowgli viene cresciuto da un branco di lupi guidati dal saggio Akela e nel corso delle sue avventure troverà degli amici nell’orso Baloo e nella pantera nera Bagheera. Una volta cresciuto e dopo aver sconfitto Shere Khan, Mowgli tornerà nel mondo degli uomini, pur facendo ritorno nella giungla una seconda volta, spinto dalla nostalgia. Il percorso di crescita di Mowgli avviene attraverso una serie di “prove” che ne formano il suo carattere, rendendolo forte e coraggioso.
Il materiale didattico è corredato da sinossi, glossario, canzoni da imparare e schede di lavoro da svolgere in classe con l’aiuto dell’insegnante dopo la visione dello spettacolo.
età consigliata: 5 – 10 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di workshop con la compagnia
Che rapporto c’è tra Raffaello e il “taglio” di Fontana?
Perché “l’orinatoio” di Marcel Duchamp è considerato una scultura?
Come possono dialogare Leonardo da Vinci e Andy Warhol?
Questi ed altri “misteri” dell’arte contemporanea, costituiscono l’argomento de “L’arte è una caramella”. Un’ora e mezza di parole, immagini, musica eseguita dal vivo, in un “a solo” che da Monna Lisa all’Olympia di Manet, dal letto di Van Gogh giunge fino alle opere dei nostri giorni.
“L’Arte è una caramella” performance per “attore atipico” nasce dall’incontro tra Gian Marco Montesano, artista tra i più affermati delle arti visive, nonché regista e autore, e Carlo Vanoni da più di vent’anni impegnato nelle arti contemporanee come divulgatore, in occasione della presentazione del libro “A letto con Monna Lisa” scritto da Vanoni a quattro mani con Luca Berta. Lo spettacolo si avvale non solo della specifica competenza di Vanoni ma anche il suo talento di musicista, di comunicatore e di interprete appassionato. In scena una vecchia radio a valvole, chitarra e pianoforte contendono lo spazio alle immagini proiettate dei più grandi capolavori dell’arte di tutti i tempi. Mentre Monna Lisa di Leonardo e Olympia di Manet sorridono, lievi e sdegnose del letto sfatto di Van Gogh, i meccanismi interni della vecchia radio aiutano a spiegare la rivoluzione di Cézanne e un assolo di chitarra ci porta da Kandinsky a Jackson Pollock. La cavalcata entusiasmante attraverso 500 anni di storia dell’arte e le opere che l’hanno segnata, si conclude davanti a 79 kg di caramelle colorate ammucchiate nell’angolo di un museo. È arte anche questa? Lo spettacolo vuole proprio dare una risposta al quesito che accompagna ogni prodotto dell’arte contemporanea. Questo assolo, infatti, è la chiave d’accesso a una storia in perenne divenire. Un “strumento” irrinunciabile per chi ama l’arte, ma anche per chi detesta quella contemporanea; per chi pensa che l’arte sia solo bellezza, per chi cerca l’emozione, per chi pretende che l’opera riveli abilità manuale. Dopo un’ora e mezza di parole, immagini, musica, sarà lo spettatore a decidere da che parte stare.
età consigliata: dai 14 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di dibattito
Alan e suo padre Abdullah lasciano una notte il loro paese, in Siria, dove la guerra sta portando via le scuole, le case, gli alberi; salgono su una barchetta sgangherata e colma d’anime, per arrivare molto lontano. Ma quella notte una grande onda rovescia la barchetta, come fosse di carta: Alan scivola via dalle braccia forti di suo padre, cade giù dentro il mare profondo. Lì diventa fratello delle alghe, dei coralli, dell’anemone colorato: un bambino – pesce, che da quel momento appartiene all’acqua, per sempre. Da quel giorno, Abdullah torna sempre alla stessa ora davanti al mare che ha preso Alan, per portargli i fiori più belli. Prega per il suo bimbo, prega forte: e così un mattino, all’alba, Alan lo sente, ed esce fuori dalle onde per abbracciare il babbo. Solo per pochi minuti però: quando il mare scandisce il suo rintocco, Alan deve tornare indietro. Così il giorno dopo, e poi ancora l’altro; ma ad Abdullah non bastano pochi minuti, non vuole vivere senza il suo bambino. Decide di andare da lui, entrare nel mare; Alan lo prende per mano e lo guida nella sua nuova casa. Lì, ancora una volta, Abdullah potrà restare solo per poco tempo; lui non appartiene al mare, ma alla terra, ed è là, gli sussurra all’orecchio il suo bimbo speciale, che dovrà continuare a vivere ed essere felice. Raccontare l’indicibile: la storia del piccolo profugo siriano Alan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato a settembre 2015 sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, ha costituito un momento di svolta nella nostra percezione, ormai da tempo “anestetizzata”, della drammatica epopea vissuta negli ultimi anni dai milioni di uomini, donne e bambini fuggiti dai propri paesi (Siria, Iraq, Afghanistan) per approdare in Europa. L’immagine di Alan, potente e ineludibile, è un punto di non ritorno. Lo è stata per Nilufer Demir, la fotoreporter che ha scattato la foto-simbolo (“Ero pietrificata. L’unica cosa che potevo fare era fare in modo che il suo grido fosse sentito da tutti”, ha dichiarato); lo è stata, oltre ogni misura di umana sofferenza, per il padre Abdullah al – Kurdi, che insieme al figlio più piccolo ha visto morire sotto i propri occhi il fratellino Galip e la moglie Rehan. Nel momento stesso in cui quell’immagine si imponeva ai miei occhi e alla mia coscienza, per mezzo di un telegiornale in primissima serata, una domanda iniziava ad assillarmi: come raccontare tutto ciò a dei bambini, magari poco più grandi di quello annegato sulla costa di Bodrum? Come spiegare l’assurdo spezzarsi di una vita così acerba? Come dire l’indicibile? Credo sia profondamente necessario trovare un modo di raccontar loro l’odissea, spesso dagli esiti drammatici, dei loro coetanei costretti alla fuga dai propri paesi di appartenenza. Ecco perché, nonostante la dolorosa vicinanza temporale con quanto è accaduto, vorrei provare a raccontare in teatro la storia di Alan. Un racconto teatrale che mi piacerebbe condurre attraverso due punti di vista : quello di Abdullah al Kurdi, il padre del bambino, e quello, immaginato, proiettato in un domani che non è stato, di Alan stesso. Modalità di realizzazione: parole, racconto, immagini. Impossibile prescindere, per raccontare una storia così drammaticamente recente, dalle testimonianze reali dei suoi protagonisti. I racconti di Abdullah Kurdi e Nilufer Demir costituiranno una preziosa risorsa, insieme ad un’ulteriore quantità di altri, incredibili racconti di giovanissimi profughi sopravvissuti, a differenza di Alan, alle proprie personali odissee, o dei loro familiari. La veridicità della narrazione risulta imprescindibile in un lavoro che, come questo, vuole anche essere un tributo alla storia di persone realmente esistite. Ma il teatro ha delle possibilità in più rispetto a quelle, più “cronachistiche”, del cinema e della televisione; sono quelle del sogno, della trasfigurazione, che rendono possibile amplificare la vicenda di uno e farla diventare quella di molti. Se la storia di Alan rimanesse solo sua, raccontarla sarebbe inutile. Ecco quindi che alle parole, alla vita narrata, si aggiungeranno le immagini, e la vita, appunto, “immaginata”. Penso all’uso di proiezioni realizzate in videomapping per dare vita a ciò che la parola non può dire: i sogni, le aspettative, i desideri, l’immaginazione dei piccoli profughi come Alan Kurdi. La videoproiezione darà vita, innanzitutto, al luogo da cui la voce e la presenza di Alan giungeranno: una sorta di Atlantide , un piccolo Eden subacqueo tra le cui spume, sabbie, coralli la piccola esistenza del bambino è rimasta impigliata. Allo spettatore, giovane o adulto, spetterà il compito di raccogliere la sua esistenza, reale ma soprattutto immaginata, “sperata”, come porgendo l’orecchio ad una conchiglia per sentire, in qualsiasi luogo ci si trovi, il lontano rumore del mare. (note a cura di Giuliano Scarpinato).
età consigliata: dagli 8 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 20 min. di incontro con la compagnia
di Francesca Relandini
Maria Teresa, una studentessa italiana, soggiorna, per un breve periodo, a Madrid come studente del progetto Erasmus. Apprezzerà l’ospitalità ed il calore spagnolo, l’amicizia degli altri studenti e ragazzi, visiterà la città e parteciperà anche ad un vivace corso di flamenco. Il suo soggiorno sarà bellissimo e l’intensa esperienza la arricchirà profondamente. La commedia, vivace e piena di riferimenti alle tradizioni spagnole e musiche tipiche, è una riedizione del 2014. E’ stata modernizzata ulteriormente e resa ancora più interessante. E’ adatta ai ragazzi della scuola media e del biennio superiore. Non sono previsti interventi degli studenti.
Oltre all’accurato materiale didattico (composto da un libricino per ogni studente con il testo della commedia e schede operative), il workshop in spagnolo che seguirà la rappresentazione è un ulteriore strumento per l’approfondimento della lingua straniera.
età consigliata: 11 – 16 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di workshop con la compagnia
IO ME NE FREGO
UNO SPETTACOLO SUL BULLISMO
DI VALERIA CAVALLI
COLLABORAZIONE AL TESTO CLAUDIO INTROPIDO
REGIA VALERIA CAVALLI, CLAUDIO INTROPIDO
CONSULENZA SCIENTIFICA E MATERIALE DIDATTICO DOTT. NICOLA IANNACCONE, SIMONETTA MUZIO
Spettacolo vincitore del Premio Eolo Awards 2009 per l’interpretazione e il Premio Ribalta 2007 come Miglior spettacolo e Migliore recitazione. Io me ne frego! è una storia che narra l’amicizia di due ragazzi che si conoscono fin dall’infanzia: il racconto svela un rapporto che nel tempo diventa oppressione di uno nei confronti dell’altro.
Biglia, questo è il soprannome del più debole, si rende conto dei cambiamenti dell’amico, traviato da cattive compagnie, ma non vuole e non riesce a rompere il legame che li unisce, accettando dunque angherie e vessazioni. Allo stesso tempo l’altro procede inesorabilmente verso un tragico abbrutimento che lo porterà a non riconoscere più il confine fra il lecito e l’illecito. L’amicizia, che all’inizio era caratterizzata da una spensierata leggerezza, si incrina diventando una continua prevaricazione: le parole facili che scorrevano fra i due ragazzi diventano macigni e tutto sembra precipitare. Ma ad un certo punto Biglia, il sottomesso, trova il coraggio di ribellarsi, rompendo il silenzio e ostacolando le malefatte del suo persecutore.
età consigliata: 11 – 18 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 1 ora e 20 minuti + 20 min. di dibattito con la compagnia
di Francesca Relandini
Alexandre Dumas ha una spiccata fantasia e mentre scrive le trame dei suoi libri ne immagina i personaggi. Ne incontra qualcuno e ne accetta i consigli per scrivere le loro avventure e trovare avvincenti finali. Azioni ricche di scontri verbali, duelli ed un malvagio personaggio movimenteranno molto la commedia, che è una riedizione di un grande successo del 2013. I tre moschettieri, il Conte di Montecristo, il Tulipano Nero e la Regina Margot sono i personaggi famosi delle storie dello scrittore. L’accurata sceneggiatura, i bellissimi costumi d’epoca e le musiche del periodo fanno della commedia un gioiello! Non sono previsti interventi degli studenti.
Oltre all’accurato materiale didattico (composto da un libricino per ogni studente con il testo della commedia e schede operative), l’atelier in francese che seguirà la rappresentazione è un ulteriore strumento per l’approfondimento della lingua straniera.
età consigliata: 11 – 16 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di workshop con la compagnia
di Francesca Relandini
Jamie è un ragazzino un po’ pigro e svogliato. Niente sembra interessarlo particolarmente. La madre, che lo ama molto, escogita un piano per stimolarlo ad avere nuove passioni e maggior vivacità. Jamie potrà così aumentare la fiducia in sè stesso ed affrontare un paio di ragazzi molto fastidiosi e prepotenti. iventato adulto e famoso, farà conoscere la sua storia ad un giornalista che ne scriverà la biografia. La commedia del 2007, viene riproposta ed affronta alcuni temi attuali che sono cari agli adolescenti. Ambientata negli anni 50, è ricca di musiche ed abbigliamento del periodo. Sono previsti interventi degli studenti.
Oltre all’accurato materiale didattico (composto da un libricino per ogni studente con il testo della Commedia e schede operative), il workshop in inglese che seguirà la rappresentazione è un ulteriore strumento per l’approfondimento della lingua straniera.
età consigliata: 11 – 16 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di workshop con la compagnia
di Francesca Relandini
Happo è un allegro folletto che vive nel bosco. Con due amici un poco strambi, una coppia di fate ed un mago bizzarro, dovrà affrontare molte difficoltà ed avventure per ritrovare la “formula della felicità” che una strega malvagia ha sottratto. L’ amicizia e l’aiuto che si daranno l’un l’altro saranno essenziali per la riuscita dell’impresa. La vivace commedia, riedizione del 2010, viene riaggiornata con l’aggiunta di varie canzoni, musiche e balletti che ne faranno un “quasi” musical. E’ adatta ad un pubblico di studenti dagli 8 agli 11 anni, che verrà chiamato ad interpretare gli animali del bosco.
Oltre all’accurato materiale didattico (composto da un libricino per ogni studente con il testo della Commedia e schede operative), il workshop in inglese che seguirà la rappresentazione è un ulteriore strumento per l’approfondimento della lingua straniera.
età consigliata: 7 – 10 anni
Tecnica: teatro d’attore
Durata: 60 minuti + 30 min. di workshop con la compagni